ShortLetter - 04/2020
_ _ _ M O N D O
Il mese appena trascorso si è caratterizzato per un andamento positivo dei listini azionari, in particolare quelli statunitensi, che hanno beneficiato degli annunci sul possibile allentamento dei lockdowns nei diversi Paesi e non hanno risentito della pubblicazione di dati macro molto negativi per l’economia a livello mondiale.
Per gli Stati Uniti la stima preliminare del Pil del 1° trimestre ha mostrato un calo di -4,8% su base trimestrale annualizzata, dopo +2,1% del 4° trimestre 2019. Il contributo più; marcato al calo del PIL è stato determinato principalmente dal crollo delle spese per consumi (-7,6% t/t ann), in particolare dei sevizi e degli investimenti non residenziali, mentre gli investimenti residenziali nei primi mesi dell’anno hanno continuato ad aumentare, beneficiando dell’abbassamento dei tassi sui mutui in atto dal 2019. Il commercio estero ha fornito un contributo positivo grazie a un calo delle importazioni più; marcato di quello delle esportazioni. Inoltre gli indicatori disponibili per aprile suggeriscono un peggioramento della crisi. . Anche l’indice di fiducia dei consumatori rilevato dal Conference Board ad aprile è sceso a 86,8 da 118,8 di marzo. I giudizi sulle condizioni correnti sono peggiorati drasticamente, mentre le aspettative per i prossimi mesi hanno riportato un modesto miglioramento sulle attese di una possibile uscita dal lockdown nelle prossime settimane.
La stima preliminare del PIL relativo al primo trimestre per la zona Euro ha mostrato una contrazione del 3,8% su base trimestrale. Su base annua il PIL è sceso del 3,3%, dopo un incremento dell’1% nel trimestre precedente, riportando il calo più; marcato dal terzo trimestre del 2009. Le stime preliminari disponibili per i singoli paesi riportano un calo del PIL del 4,7% su base trimestrale in Italia, del 5,8% in Francia e del 5,2% in Spagna. Per i paesi per cui sono disponibili informazioni sulla composizione del PIL sono state riportate contrazioni drastiche di tutte le componenti della domanda sia interna che estera, in particolare consumi e investimenti privati e scambi commerciali con l’estero. Al contempo la stima flash dell’inflazione della zona Euro di aprile ha registrato un rallentamento allo 0,4% su base annua dallo 0,7% di marzo. Il rallentamento è guidato dal crollo dei prezzi dell’energia, mentre hanno accelerato significativamente i prezzi degli alimentari.
E le prospettive per il secondo trimestre risultano ancor più; pessimistiche sia in USA che in Europa come confermato anche dalle previsioni per l’intero anno elaborate dal Fondo Monetario Internazionale.
I mercati finanziari sembrano al momento dare maggiore credito agli interventi delle autorità monetarie piuttosto che alle previsioni pessimistiche sull’economia reale.
Il mercato azionario statunitense ha recuperato dai minimi del 23 marzo oltre il 40% riducendo il passivo da inizio anno a -8%. Ancor più; vigoroso il volo del Nasdaq 100 che, seppur ancora lontano dai massimi di febbraio, è comunque tornato in territorio positivo da inizio anno, trainato dai colossi dell’online Amazon e Netflix e dalla tecnologia e biotecnologia in generale. I mercati europei invece stentano e, nonostante un recupero del +26% dai minimi di marzo, sono ancora in negativo del -21% da inizio anno. Le ragioni di un tale divario di performance tra Stati Uniti ed Europa, tenendo conto che le notizie relative alla diffusione della pandemia appaiono migliori in Europa rispetto agli USA sono da ricercare nella differente intensità degli sforzi messi in atto dai rispettivi policy makers oltre che dalla differente composizione dei listini borsistici.
Gli Stati Uniti hanno affrontato con risolutezza sia gli aspetti legati alla politica fiscale, approvando un piano di interventi da 2.300 miliardi di dollari, pari a circa il 10% del Prodotto Interno Lordo (PIL), sia quelli legati alla politica monetaria con diverse decisioni di portata storica adottate dalla Federal Reserve, la Banca Centrale USA. La Banca Centrale ha annunciato nuove linee di credito a favore di aziende, famiglie, enti locali e stati per un totale di quasi 3000 mld di Dollari. Inoltre, ha ampliato l’universo di asset acquistabili includendo per la prima volta anche gli high yield (rating fino a BB).
Nell’area Euro, alle decisioni da parte dell’autorità monetaria, fa da contraltare la lenta e laboriosa trattativa degli attori politici nazionali e degli organi comunitari, culminata nel Consiglio Europeo del 23 aprile. Quest’ultimo si è concluso con l’approvazione dei tre pilastri da 540 miliardi di Euro (Sure, BEI e MES) e con l’accordo (impensabile fino a qualche settimana fa) per la creazione del Recovery Fund.
In realtà, lo strumento approvato appare più; una cornice vuota, poiché; permangono ancora divisioni profonde sull’ammontare delle risorse e sull’aumento del Bilancio UE per le garanzie, sulle tipologie e sulla durata degli strumenti di finanziamento e sulle modalità di rimborso.
Sui mercati obbligazionari, la settimana è stata abbastanza interlocutoria per le emissioni statunitensi, mentre la curva tedesca ha mostrato una discesa dei tassi, soprattutto, sulle scadenze più; lunghe. Per quanto concerne il debito italiano, in maniera totalmente inattesa (visto che il suo giudizio era in programma a luglio) l’agenzia Fitch ha operato un taglio del rating a BBB– con outlook stabile. L’impatto sulle emissioni italiane di un evento simile, però, è stato poco rilevante, e, anzi, sulla curva italiana si è registrato un calo dei rendimenti che ha interessato maggiormente la parte a breve.
Sul fronte macroeconomico, gli ultimi dati resi noti hanno rafforzato il quadro di una crisi senza precedenti per l’economia mondiale.
Sui mercati valutari il tasso di cambio Euro/Dollaro non ha evidenziato particolari movimenti e si è mosso all’interno di un trading range molto stretto ed ha chiuso la settimana a 1,0875. Le quotazioni petrolifere hanno evidenziato ancora dinamiche molto deboli, soprattutto il WTI, risentendo delle previsioni negative dell’IEA per l’anno in corso e del rischio di un esaurimento delle location per lo stoccaggio visto l’enorme surplus di produzione ancora presente. Verso la fine del mese si è assistito ad un vero e proprio terremoto sul mercato del petrolio, con una correzione che è stata ad un certo punto del -43% per il Brent europeo e del -55% per il WTI statunitense, con l’evento storico occorso il 20 Aprile allorquando il contratto future sul WTI ha chiuso ad un valore negativo di -37 dollari al barile.
L’accordo raggiunto fra i paesi dell’OPEC+ che prevede un taglio della produzione di 9,7 milioni di barili al giorno, ha ridato stabilità alle quotazioni del greggio che comunque continua a trattare vicino ai minimi storici come dimostra il grafico che segue.
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine Aprile il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato è pari a circa 10,8 mld di Euro come conseguenza del recupero parziale registrato dai mercati finanziari a fronte delle uscite di cassa per far fronte non solo alle prestazioni previdenziali ordinarie ma anche a quelle conseguenti alle iniziative promosse a sostegno degli iscritti (anticipo bonus 600 Euro ed altre forme assistenziali deliberate dal CdA). Tutte le componenti del patrimonio hanno beneficiato della parziale riduzione dell’avversione al rischio degli operatori finanziari, con particolare riferimento al comparto azionario. A tal riguardo il Consiglio di Amministrazione, riunitosi a più; riprese per garantire un puntuale monitoraggio della situazione, ha deliberato un seppur ridotto aumento dell’esposizione ad alcune blue chips italiane che erano state eccessivamente penalizzate nel corso delle prime settimane di Marzo. Il recupero delle quotazioni ha permesso, a maggior ragione, di rispettare anche per il mese di Aprile di rispettare i limiti di rischio estremo deliberati in occasione della costruzione dell’AAS, nonché; di contenere la penalizzazione della performance su livelli decisamente inferiori rispetto al brillante risultato altresì realizzato nel corso del 2019. Il Consiglio continua a monitorare in maniera puntuale il susseguirsi degli accadimenti al fine di valutare ogni eventuale ulteriore intervento che si rendesse necessario a tutela del contenimento del rischio complessivo del portafoglio.
Pubblicato: 7 maggio 2020