ShortLetter - 12/2020
_ _ _ M O N D O
In un contesto particolarmente difficile i mercati azionari internazionali hanno chiuso il 2020 in maniera decisamente positiva. Il MSCI World (in valuta locale) è salito a dicembre del +3.41% portandosi a +11.67% dall’inizio dell’anno: Stati Uniti +3.98% a Dicembre e +19.22% sull’anno; Giappone +2.99% a Dicembre, +6.55% sull’anno ed Europa +2.14% a Dicembre, -4.29% sull’anno. Il MSCI EM (in valuta locale) ha guadagnato il +5.87% grazie soprattutto a Brasile, India e Russia e da inizio anno segna una performance positiva pari a +16.64% (!). Stabile il rendimento del Bund (a -0.57 dopo aver toccato il massimo di -0.51 a inizio mese, in calo da inizio anno quando si attestava a -0.28%). In salita invece quello del Treasury a 0.91, dopo aver toccato un massimo di 0.97 a inizio mese, ma in marcato calo da inizio anno quando si attestava a circa l’1.79%.
Infine, il petrolio a 48.42$ (+ 6% circa nel mese e -20% nell’anno) e l’oro a 1895$ (+ 6% circa nel mese e oltre il 24% nell’anno). E’ rimasto debole il dollaro che da inizio anno ha perso oltre l’8% contro l’Euro e circa il 7% contro un paniere di valute (DXY).
Bene il nostro differenziale decennale con la Germania in discesa di 6 punti base a 114 punti base.
Dopo tanto ottimismo, serviranno sempre più; dosi di vaccino e la massima efficienza nel distribuirle e iniettarle per immunizzare il pianeta e continuare a sperare nel ritorno alla normalità: una nuova normalità. In attesa che anche il vaccino di Moderna (approvato in Nord America) e quelli di Johnson&Johnson e Oxford-Astrazeneca (quest’ultimo già approvato nel Regno Unito) ricevano l’ok in Europa, oggi nel mondo sono stati vaccinati solo 10 milioni di cittadini (comprendendo nel numero russi e cinesi) mentre il virus, ora anche più; veloce, si è allargato a 85.5 milioni di casi con oltre 1.8 milioni di morti.
INDICE DI APPETITO AL RISCHIO GLOBALE
A sostenere un crescente ottimismo rimangono gli interventi massicci delle Banche centrali: nell’ultima riunione di questo 2020 tanto travagliato, la FED ha garantito ancora una volta pieno impegno ad agire laddove le condizioni lo richiedessero. Gli acquisti sul mercato obbligazionario proseguiranno almeno al livello attuale fino a quando non si noteranno “progressi sostanziali” verso gli obiettivi di inflazione ed occupazione. Il presidente della Fed Powell ha chiaramente sottolineato che l’economia degli Stati Uniti è ben lontana da questi obiettivi. Powell ha inoltre indicato che il ritmo e la maturità degli acquisti potrebbero aumentare se l’economia dovesse indebolirsi e che la Fed è disposta a trascurare eventuali shock temporanei sull’inflazione. Le stime d’inflazione per il 2021 sono state riviste in lieve rialzo a 1.8% (dal precedente +1.7%). Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è visto al 5% nel 2021 e al 4.4% nel 2022.
La Banca Centrale Europea ha reso note le nuove previsioni che comprendono anche il 2023, con un quadro che sinteticamente assume come scenario base il raggiungimento dell'immunità di gregge entro fine 2021 ed un’inflazione ancora ben al di sotto del target (1,4%) al 2023. Il piano annunciato dall’Istituto Centrale prevede l’estensione del Quantitative Easing di 500 Mld di euro almeno fino a marzo 2022 con acquisti di 20 Mld mensili. Il tutto con la disponibilità a fare di più; se occorre. Sul fronte dei cambi, la Presidente Lagarde si è limitata a ribadire che la Bce non ha come obiettivo il cambio ma lo guarda con molta attenzione per l'impatto sul target di inflazione.
I dati macroeconomici pubblicati recentemente hanno fornito un quadro complessivo positivo nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Infatti, gli indici di fiducia delle imprese per il mese di dicembre hanno registrato valori ampiamente superiori alla soglia di 50 nel settore manifatturiero nella Zona Euro, nel Regno Unito e negli USA. La sorpresa maggiore è però forse stata il dato sui servizi in area Euro che, pur permanendo sotto la soglia che separa l’espansione dalla contrazione a 47,3, sono risultati ben al di sopra delle attese del consenso a 41,9, segnalando che i provvedimenti di restrizione dei vari governi stanno incidendo in misura più; attenuata di quanto paventato dagli economisti. Confortanti anche i dati sulla produzione industriale in Cina per il mese di novembre cresciuta del 7% anno su anno e l’indice di fiducia delle aziende tedesche (IFO business climate) risultato superiore alle attese in tutte le sue componenti.
Sul fronte politico negli Stati Uniti lunedì 14 dicembre il Collegio Elettorale, costituito dai delegati espressi dalle elezioni presidenziali del 4 novembre, ha ratificato l’elezione di Joe Biden con un’ampia maggioranza di 306 voti contro i 232 voti di Trump. Il Presidente eletto presterà giuramento il prossimo 20 gennaio per divenire il 46mo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Nel frattempo il Congresso USA ha raggiunto l’accordo per votare sia il piano di aiuti supplementare (900 miliardi di dollari) sia l’estensione del finanziamento al Governo federale fino al settembre 2021 (1.400 miliardi di dollari).
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine dicembre il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato è ritornato stabilmente sopra i livelli di inizio anno raggiungendo gli 11,8 mld di Euro grazie sia ai nuovi flussi contributivi di fine anno ed alla buona tenuta dei mercati azionari anche durante queste ultime settimane del 2020. Proprio tale performance unita alla buona tenuta anche delle componenti obbligazionarie ha permesso di confermare il risultato dall’inizio dell’anno in territorio positivo (superiore al +2%). Il Consiglio di Amministrazione di fine mese, alla luce del permanere di una grande incertezza sia sull’evolversi della crisi pandemica che dello scenario geopolitico internazionale ha confermato la riduzione tattica del rischio azionario, compatibilmente con i limiti stabiliti dall’AAS, attraverso opportuni strumenti quotati di copertura di tale rischio. Si è inoltre avviato il processo di riallineamento alla nuova AAS deliberando nuovi investimenti riguardanti l’oro in qualità di asset rifugio in momenti di grande incertezza a scapito di alcuni prodotti a ritorno assoluto che non hanno espresso performance in linea con le aspettative. Si è dedicata ancora una volta particolare attenzione alle forme di investimento nell’economia reale tramite nuovi strumenti di private equity con un’opportuna diversificazione geografica a livello mondiale.
Pubblicato: 7 gennaio 2021