Aprile 2017
_ _ _ M O N D O
Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha lasciato invariate le stime di crescita degli Stati Uniti nel 2017 e nel 2018 (+1,8%) rispetto alle previsioni dello scorso gennaio, ribadendo come nel lungo termine l'economia Usa sia frenata dall'invecchiamento della popolazione e da una crescita debole della produttività totale. Il FMI ha invece rivisto leggermente al rialzo le stime di crescita per il 2017 nell'Eurozona. Dai dati contenuti nel World Economic Outlook emergono stime di crescita pari all'1,7% per il 2017 e all’1,6% per il 2018. La ripresa sarà sostenuta da un approccio fiscale leggermente espansivo, condizioni finanziarie accomodanti ed euro debole. Tuttavia, due elementi potrebbero influenzare negativamente l’attività economica: l'incertezza politica data dall'avvicinarsi delle elezioni in vari Paesi e l'incertezza riguardante la relazione futura tra l'Unione europea e il Regno Unito.
Diversamente da quanto indicato dalle prospettive economiche appena descritte gli atteggiamenti monetari delle due principali banche centrali continuano a rimanere estremamente diversi: il vicepresidente della Fed, Stanley Fischer, ha anticipato l’intenzione della banca centrale americana di procedere con due ulteriori rialzi dei tassi di interesse nel corso del 2017 (per un totale di tre rialzi, dopo l’aumento di marzo quando i tassi sono stati portati ad un intervallo tra 0,75 e 1%). Sul fronte europeo, il Presidente della Bce Mario Draghi ha sostenuto che l’Eurozona "ha ancora bisogno di un livello molto consistente di accomodamento monetario così che le pressioni inflattive possano aumentare e sostengano l'inflazione complessiva nel medio termine“. Tale accomodamento monetario garantirà un ritorno sostenibile a tassi di inflazione prossimi (ma non superiori) al 2%, come definito dai target della Bce. A tal proposito va notato come l’inflazione europea in Aprile sia tornata su livelli prossimi al 2% su base annua (1.9% per la precisione) e che escludendo le componenti volatili, come energia ed alimentari, il rialzo, seppur più; contenuto (+1.2% su base annua) risulta ai massimi da oltre tre anni.
La Banca Centrale del Giappone conferma una politica monetaria ultra espansiva che punta soprattutto a mantenere bassissimi i rendimenti dei titoli governativi a lunga scadenza (nuovamente prossimi allo zero).
Nonostante gli operatori considerino il rischio politico in Europa un fattore determinante per l’andamento delle quotazioni delle attività finanziarie, l’impatto dell‘ esito del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia è stato piuttosto trascurabile. Ancor minore, per il momento, è stato l’effetto dell’annuncio da parte del primo ministro inglese May di nuove elezioni politiche in UK il prossimo 8 giugno.
I rendimenti dei titoli obbligazionari governativi sono quindi risultati sostanzialmente stabili sia negli Stati Uniti che in Europa mentre i titoli emergenti e high yield continuano a far registrare significative performances positive e un grado di volatilità ben inferiore alla media storica.
I listini azionari internazionali hanno anch’essi mostrato tranquillità registrando più; o meno ovunque leggeri rialzi con l’esclusione del listino inglese (in leggero calo) sorpreso evidentemente dall’annuncio di nuove elezioni a breve scadenza. La maggiore fiducia riguardo l’esito gradito delle elezioni presidenziali e gli annunci del Presidente Trump di volere contenere l’eccessiva forza del dollaro per esigenze di competitività commerciale hanno ridato un po’ di fiato all’Euro risalito a fine mese fino a 1,09 contro dollaro.
_ _ _ I T A L I A
Sul versante domestico l’attesa della manovra correttiva da 3,4 mld di Euro richiesta dalla Commissione europea non ha prodotto gli effetti sperati in termini di riduzione degli spreads tra i rendimenti dei titoli italiani e quelli degli altri paesi europei (circa 200 punti base sulla scadenza decennale il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi). Nemmeno l’esito delle elezioni francesi ha prodotto un loro restringimento probabilmente come conseguenza del declassamento del merito di credito del debito sovrano da parte dell’agenzia di rating Fitch (da BBB+ a BBB). Anche in Italia il dato sull’inflazione in Aprile risulta il più; alto da oltre tre anni a questa parte (+1,8% su base annua).
Ciò non ha impedito al listino domestico di proseguire, seppur in maniera meno intensa, nel recupero avviato a Marzo grazie anche alle notizie riguardanti alcune operazioni di acquisizione all’estero da parte di società italiane: Fincantieri in Francia e Atlantia in Spagna.
_ _ _ I N A R C A S S A
Il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato fa registrare a fine mese un valore prossimo ai 9,7 mld di euro. Il contributo della gestione finanziaria si mantiene positivo dall’inizio dell’anno, grazie soprattutto al contributo della componente azionaria opportunamente diversificata a livello geografico e che anche in questo mese ha beneficiato soprattutto della componente destinata ai titoli domestici. La performance in Aprile è stata parzialmente frenata dal deprezzamento del dollaro considerato che l’esposizione alla divisa americana è pari a circa il 10% del patrimonio, come previsto dall’AAS. ll profilo di rischio si mantiene nel complesso molto prudente grazie anche ad alcune operazioni sia sul versante del rischio valutario che su quello del rischio azionario (in particolare USA).