Dicembre 2016
_ _ _ M O N D O
A conclusione di un anno particolarmente denso di avvenimenti straordinari (tassi zero in Europa e Giappone, Brexit, crisi bancarie, nuove relazioni con l’Iran, elezioni presidenziali americane, nuovo governo in Italia per non menzionare i vari eventi geopolitici in Europa e medio Oriente), i mercati finanziari in Dicembre hanno fatto registrare ancora movimenti piuttosto significativi. I listini azionari hanno proseguito nella loro fase di marcato recupero che ha fatto seguito all’esito delle elezioni americane in Novembre. Anche il listino italiano, nonostante le incertezze politiche scaturite dall’esito del referendum costituzionale, ha fatto registrare un sensibile rialzo che non ha comunque contribuito a far sì che l’indice domestico chiudesse l’anno in positivo (unico tra i principali mercati azionari mondiali). I titoli obbligazionari al contrario hanno proseguito nella loro fase di consolidamento con i rendimenti dei titoli americani a media e lunga scadenza ritornati in prossimità dei livelli di inizio anno, dopo il forte calo registrato nei mesi estivi. La Federal Reserve ha infatti sancito l’inversione di tendenza nella sua politica monetaria con un rialzo di 25 punti base dei tassi ufficiali e l’annuncio di altri progressivi nuovi rialzi nel 2017. In Europa, a fronte di un’inflazione media ancora prossima allo zero, la BCE non ha potuto far altro, in occasione dell’ultima riunione, che prolungare fino a fine 2017 il programma di acquisto di titoli governativi per garantire un’ulteriore iniezione di liquidità che continui a sostenere la dinamica economica ancora incerta. Tale garanzia ha contribuito a calmierare i rialzi dei rendimenti obbligazionari in Europa nonché; a contenere lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi all’indomani dell’esito referendario.
_ _ _ I T A L I A
Effetti positivi sul settore bancario domestico si sono avuti a seguito dell’emanazione del decreto del nuovo governo che ha sancito l’intervento pubblico nell’operazione di ricapitalizzazione del Monte dei Paschi. I termini quantitativi dell’operazione sono ancora oggetto di negoziazione con le autorità Europee ma la cintura di sicurezza messa in campo ha ridato sollievo all’intero sistema che guarda con maggiore tranquillità alle prossime operazioni di ricapitalizzazione (Unicredit in primis). Sul versante dei cambi le diverse propensioni di politica monetaria delle due banche centrali (Fed e BCE) hanno inevitabilmente condizionato l’andamento del rapporto Euro/dollaro con la divisa americana, sostenuta da aspettative di tassi in rialzo, riavvicinatasi nuovamente alla parità contro la moneta unica. Unico freno al biglietto verde sembra provenire dagli interventi delle autorità monetarie cinesi finalizzate a rallentare l’emorragia di flussi finanziari in uscita dalla Cina alla ricerca di investimenti redditizi all’estero (le società calcistiche sono solo un esempio).
_ _ _ I N A R C A S S A
Il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato ha terminato l’anno con un valore prossimo ai 9,4 mld di euro con un aumento di oltre 600 mln rispetto alla fine del 2015. Frutto, praticamente in egual misura, sia del saldo previdenziale (differenza netta tra contributi incassati e prestazioni erogate) che del rendimento della gestione finanziaria, risultato ben superiore al 3% al netto della tassazione, nonostante il susseguirsi degli eventi destabilizzanti citati in apertura e il bassissimo livello dei rendimenti obbligazionari.