Febbraio 2017
_ _ _ M O N D O
Il mese di febbraio conferma la dicotomia tra incertezze sul futuro politico dell’Europa (voto delle Presidenziali in Francia sempre più; incerto) e dei rapporti tra Stati Uniti e resto del mondo da una parte e la sempre maggiore confidenza riguardo le prospettive economiche a livello mondiale dall’altra. Anche le autorità monetarie non riescono a prendere una direzione certa riguardo l’atteggiamento da tenere sui tassi in quanto se per un verso la migliore dinamica economica suggerisce un atteggiamento più; aggressivo, per contro i rischi che evoluzioni politiche fuori controllo possano interrompere il ciclo virtuoso della ripresa economica frenano l’azione dei governatori di FED, BOE e BCE.
I dati, migliori delle attese, sia negli Stati Uniti che in Europa hanno comunque fatto prevalere per il momento il bicchiere mezzo pieno e le quotazioni delle attività finanziarie hanno fatto registrare generali rialzi.
Alcuni listini azionari quali quello americano (il Dow Jones ha superato di slancio quota 20,000 mai toccata in passato) e quello relativo ai Paesi Emergenti hanno segnato nuovi massimi. Meno brillanti, seppur sempre positivi nel mese, i listini europei e quello giapponese alle prese comunque con un ciclo economico meno dinamico e con un’evoluzione del rapporto di cambio contro dollaro che non contribuisce più; ad alimentare l’export delle aziende domestiche (il rapporto dollaro/euro è rimasto fermo attorno a 1,06).
I titoli obbligazionari hanno proseguito nella loro fase di consolidamento con i rendimenti dei titoli americani a media e lunga scadenza sostanzialmente stabili in attesa delle prossime mosse della Federal Reserve. In Europa il rialzo dei rendimenti del mese precedente si è interrotto nonostante dati sull’inflazione, sostenuti dalla ripresa delle quotazioni delle materie prime, più; alti del previsto (+1,8% il dato medio europeo su base annua). In particolare le incertezze sul versante politico e su ciò che tali eventi potranno comportare per l’assetto istituzionale europeo, hanno comportato un nuovo flusso di acquisti verso il bene rifugio per eccellenza ovvero i titoli di stato tedeschi: il differenziale con gli omologhi titoli italiani e francesi si è nuovamente allargato (rispettivamente a 190 e 70 punti base) e la domanda di titoli tedeschi con scadenza biennale è stata tale che il loro rendimento è diventato negativo per circa 100 punti base (ovvero gli investitori sono disposti a pagare circa l’1% allo Stato tedesco per due anni pur di possedere tali titoli). Sembra rientrata, almeno per il momento, la tensione sui titoli greci con un nuovo rinvio concesso al governo greco in materia di interventi sul bilancio pubblico.
_ _ _ I T A L I A
Sul versante domestico l’allargamento degli spreads tra BTP e Bund ha nuovamente penalizzato i titoli bancari anche se, alla fine del mese, la conclusione positiva dell’aumento di capitale di Unicredit per quasi 13 miliardi e la rinuncia di Banca Intesa al progetto, ritenuto ostile, di fusione con Generali ha riportato maggiore fiducia su tale settore. Migliori delle attese i risultati di fine anno di Enel e Leonardo mentre in linea con le attese quelli di Terna ed Eni. Nelle prossime tornate assembleari, ad Aprile e Maggio, si stabiliranno le governance di tali società.
_ _ _ I N A R C A S S A
Il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato fa registrare a fine mese un valore prossimo ai 9,6 mld di euro. Il contributo della gestione finanziaria si mantiene positivo dall’inizio dell’anno, grazie soprattutto al contributo della componente azionaria opportunamente diversificata a livello geografico nonostante una importante quota sia destinata ai titoli domestici. Il profilo di rischio si mantiene nel complesso molto prudente grazie anche alla significativa diversificazione realizzata tramite la componente immobiliare e agli strumenti di investimento nell’economia reale (quote di fondi di private equity e di debito privato).