Una Cassa solida
di Giuseppe Santoro
Per noi la Relazione della Corte dei Conti è un punto di riferimento. Un documento articolato con cui la sezione centrale della Corte sul controllo degli enti rende noto lo stato di salute della Cassa, ne mette in luce l’andamento gestionale, certifica i risultati, sollecita sforzi e nuove iniziative.
Anche per il 2014 è stato espresso un giudizio positivo per l’equilibrio finanziario e la gestione del patrimonio. Un resoconto molto strutturato, che richiede conoscenze approfondite in materia previdenziale, finanziaria e bilancistica. Uno strumento importante, per noi amministratori ma anche per tutti coloro che intendono divulgare la gestione e le dinamiche di un Ente complesso come Inarcassa: privatizzato ma sottoposto al sistema pubblicistico, chiamato a gestire norme spesso difficili e talvolta contraddittorie tra loro. Una Cassa che è e resta solida, attenta ai bisogni dei nostri associati.
L’avanzo economico di 901,6 milioni di euro, ed un patrimonio netto che si attesta ad 8,2 miliardi di euro (da 7,3 nel 2013) sono dati importanti, confortati anche da un Bilancio tecnico che, aggiornato al 2014, presenta una situazione di equilibrio strutturale dei conti finanziari di lungo periodo.
Proprio riguardo allo stato patrimoniale della Cassa, qualcuno ha voluto gettare un allarme ingiustificato che vorrei chiarire per evitare malintesi giornalistici. Scrive correttamente la Corte: “I Debiti presentano un saldo al 31 dicembre 2014 pari a 149,6 milioni di euro, del 245 per cento maggiori rispetto al 2013, a causa dei debiti verso le banche (+109,2 milioni di euro) relativi alla quota parte di perdite da cambio da regolare alla data della scadenza delle operazioni a termine.” Si tratta di una mera partita contabile che cade al 31 dicembre e che viene aperta e chiusa in pochi giorni; un semplice regolamento posticipato, successivo alla chiusura dell’esercizio, a fronte di una posizione di cassa superiore a 800 mln di euro, che nulla toglie alla capacità reddituale e alla solidità patrimoniale della nostra associazione. Nessuna esposizione quindi. Nessuna forma di indebitamento assunta nei confronti del sistema bancario.
La Relazione della Corte mette poi in evidenza come il sistema Inarcassa grazie alla Riforma 2012 e alle modifiche regolamentari adottate successivamente, sia sul versante contributivo che su quello previdenziale ed assistenziale, abbia operato in favore di una maggiore adeguatezza delle prestazioni.
La Corte, infine, punta giustamente il dito sull’attività di recupero crediti e sull’attività di controllo della morosità, che “non hanno ottenuto risultati significativi. La consistenza del monte crediti è rimasta, dunque, elevata e non si riduce significativamente (passa da 631.272 migliaia di euro nel 2013 a 619.048 migliaia di euro nel 2014) nonostante le azioni poste in essere dalla Cassa”. Una realtà di cui siamo consapevoli e che Inarcassa, in questa nuova legislatura, sta già fronteggiando con i recentissimi provvedimenti varati in CND sul sistema sanzionatorio.