Settembre 2020
_ _ _ M O N D O
Mercati azionari in flessione nel corso del mese di settembre con gli indici americani che hanno fatto registrare per tutte e quattro le settimane del mese segno negativo. La prima volta negli ultimi dodici mesi, una performance dettata soprattutto dal settore Energia e da quello Bancario. Negli USA, una serie di elementi ha deteriorato il sentiment degli investitori; inizialmente, insieme al peggioramento del quadro sanitario a livello globale, sono state le scarse probabilità di un nuovo pacchetto fiscale per affrontare gli impatti della pandemia a deprimere il mercato. Anche la più; recente proposta democratica, un pacchetto da $2,2T, rimane molto lontana dalla disponibilità dei repubblicani. La discussione sul pacchetto fiscale si innesta sul nodo delle elezioni presidenziali e della nomina del nuovo componente della Corte Suprema, in sostituzione della Ginzburg. Unitamente alla dichiarazione di Trump, che non sa se accetterà i risultati delle elezioni, il quadro dei rischi politici sul versante americano può definirsi davvero incerto.
L’organo direttivo della politica monetaria statunitense, il Federal Open Market Committee, di contro ha annunciato che i tassi di interesse ufficiali rimarranno prossimi allo zero fino almeno a tutto il 2023, al fine di sostenere la ripresa economica messa a dura prova dalla pandemia in corso. Contestualmente il FOMC ha rivisto in meglio alcune previsioni sull’andamento dell’economia USA, riducendo la stima della contrazione del PIL nel 2020 dal -6,5% di giugno al -3,7%, prevedendo un rimbalzo della crescita del 4% nel 2021. Oltre alla riunione della Fed si sono tenute anche le riunioni della Banca di Inghilterra (la BOE) e della Banca del Giappone (BOJ). Ad ulteriore conferma che stiamo vivendo in una “Zerolandia”, la BOE ha lasciato i tassi ufficiali allo 0,1%, ma ha affermato che non esclude la possibilità di ricorrere in futuro anche a tassi negativi, come fanno da tempo sia la BOJ, sia la Banca Centrale Europea.
Anche in Europa gli indici azionari hanno chiuso in flessione; alla base della performance negativa, le preoccupazioni sulla crescita alla luce dei nuovi casi di infezione da COVID-19 in diversi paesi. Lieve flessione anche per il Giappone, dove in settimana è arrivata la nomina a Primo Ministro di Yoshidide Suga fedelissimo del dimissionario Abe.
Forte ribasso della sterlina causato dalle tensioni fra Unione Europea e Regno Unito. Il negoziato per la stipula di un trattato sugli scambi commerciali dopo la fine del periodo transitorio, che avrà termine il primo gennaio 2021, è ad un punto morto ed il governo britannico ha proposto mercoledì 9 settembre una legge di riforma del mercato interno che è in chiaro contrasto con l'accordo sottoscritto nell’ottobre 2019 per un’uscita “ordinata” del Paese dall’Unione, esacerbando ulteriormente gli animi delle istituzioni europee. La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha annunciato che Bruxelles ha inviato una prima lettera di diffida al Regno Unito dando così il via alla procedura d’infrazione. Nel frattempo, l’UE ha già chiarito che non intende proseguire nei negoziati finché; la nuova legge sarà in iter di approvazione. A questo punto diventa sempre più; improbabile che le parti possano arrivare al summit del 15 ottobre con un accordo più; o meno definitivo.
Per quanto riguarda la zona Euro i dati rilasciati hanno fornito indicazioni contrastanti. La stima del PIL del 2° trimestre è stata rivista al rialzo, a -11.8% su base trimestrale rispetto alla stima preliminare di -12.1% e dopo il -3.7% del 1° trimestre. Su base annua la produzione resta in calo del 10% in Germania, dell’8,3% in Francia e dell’8% in Italia.
Gli indicatori sulla fiducia delle imprese hanno dipinto un quadro a due facce. Da un lato si è confermata la buona fiducia delle imprese manifatturiere, con il loro indice in salita a 53,7 a settembre; dall’altro l’indice dei servizi ha registrato un deciso calo a 47,6 in settembre.
Positiva la reazione del nostro differenziale di rendimento con la Germania ai risultati delle elezioni regionali, interpretati come un rafforzamento della coalizione governativa, con lo spread che ha toccato un minimo a 135 punti base e con il rendimento assoluto del titolo decennale allo 0,78%, nuovo minimo storico. Rimane aperta e di conseguenza piuttosto incerta la partita Autostrade con le parti (Atlantia e CDP/Governo) che non riescono a dare seguito agli accordi preliminarmente presi in luglio, mentre è entrata nel vivo l’asta per la Borsa Italiana messa in vendita dalla London Stock Exchange. In vantaggio la cordata CDP/Exuronext/Banca Intesa.
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine settembre il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato si è mantenuto stabilmente sopra gli 11 mld di Euro, in attesa di ricevere i rimborsi dell’anticipo dei bonus riferiti ai mesi di aprile e maggio. La parziale penalizzazione subita dalle componenti azionarie è stata bilanciata dal recupero delle quotazioni obbligazionarie con particolare riferimento ai titoli di Stato italiani. Il Consiglio di Amministrazione di fine mese ha deliberato la nuova proposta dell’Asset Allocation Strategica per il quinquennio 2021-25, da presentare al CND, che registra una leggera riduzione della componente azionaria per far fronte all’aumentata volatilità dei mercati ed un nuovo importante ricorso agli strumenti destinati agli investimenti nell’economia reale. Il Consiglio continua a monitorare in maniera puntuale il susseguirsi degli accadimenti al fine di valutare ogni eventuale ulteriore intervento che si rendesse necessario a tutela del contenimento del rischio complessivo del portafoglio.
Pubblicato: 6 ottobre 2020