ShortLetter - 02/2019
_ _ _ M O N D O
Prosegue il trend al rialzo dei mercati azionari. La battuta d’arresto di dicembre è ormai solo un ricordo. Tendenzialmente, i listini hanno beneficiato dei progressi nelle trattative commerciali tra USA e Cina, del fatto che Trump abbia evitato un nuovo “shutdown” dell’amministrazione americana e di indicazioni appunto accomodanti da parte di alcuni componenti della FED. Queste indicazioni si aggiungono a quanto il Presidente Powell aveva già dichiarato e, in particolare, rafforzano la percezione di una FED “paziente”, in attesa dell’evoluzione dei dati e pronta a evitare un restringimento indesiderato delle condizioni finanziarie.
Col passare delle settimane, l’ottimismo sulla guerra commerciale sino-americana si rafforza, contribuendo al calo del premio di rischio e al rialzo dei mercati. Voci danno ormai per prossimo un accordo che consentirebbe di rimuovere le sanzioni statunitensi e Donald Trump ha annunciato tramite il suo mezzo di comunicazione preferito, il “tweet”, una dilazione della scadenza del primo marzo, per dare tempo alle parti di concludere le negoziazioni e in caso di ulteriore progresso di organizzare un nuovo incontro tra Trump ed il Presidente cinese Xi Jinping per la finalizzazione dell’accordo. Evitato un nuovo “shutdown” federale negli Stati Uniti, grazie all’accordo raggiunto in extremis dal Congresso e firmato “obtorto collo” dal Presidente Trump, il quale ha però reagito proclamando lo stato di emergenza per la situazione al confine col Messico. Questo atto gli consentirà di reperire le risorse finanziarie per continuare la costruzione del muro al confine, anche se il provvedimento con tutta probabilità verrà messo in discussione dai democratici, guidati dalla portavoce della Camera Nancy Pelosi, che hanno annunciato di voler adire le vie legali in quanto ritengono l’azione presidenziale un abuso di potere.
I dati reali lasciano pensare a una fase di rallentamento dell’economia In particolare, la produzione industriale ha registrato un -0,6% in termini mensili. Tale flessione è da attribuire soprattutto al settore auto, che ha registrato un calo del -8,8%. Segnali di debolezza sono emersi anche nei settori minerario ed elettronico. Per quanto riguarda le vendite al dettaglio, queste hanno presentato un calo del -1,2% in termini mensili. Si è trattato del calo più; marcato degli ultimi 9 anni ed escludendo il settore auto il calo aumenta a -1,8%. Sul fronte dell’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto a gennaio del +1,6% in termini tendenziali. Si è trattato, comunque, di un rallentamento rispetto al +1,9% precedente, dovuto principalmente al calo degli energetici.
Il mercato azionario USA ha segnato rialzi su tutti e tre gli indici principali, con in testa il Dow Jones Industrials a +3,1%, seguìto dallo Standard & Poor’s 500 a +2,5% e dal Nasdaq 100 a +2%, Anche l’Area Euro ha mostrato un rialzo significativo con l’Indice Eurostoxx 50 in progresso del 3,4%, dove l’Italia ha svettato con un più; 4,45%, portando il rialzo da inizio anno ad oltre il 10%.
Sui mercati obbligazionari i rendimenti del segmento governativo “core” hanno registrato un moderato ribasso, col Bund decennale di nuovo sotto lo 0,20% ed il Treasury USA per pari scadenza al 2,65%.
Sul fronte delle divise lieve apprezzamento del dollaro nei confronti dell’Euro attorno a 1,13 e rafforzamento della Sterlina.
Quanto alle commodity, buon rialzo del greggio sulla scorta dei tagli alla produzione annunciati dall’OPEC, in particolare ha sorpreso per entità il taglio dell’Arabia Saudita, che fanno volare del +6,7% il Brent a 66 dollari al barile.
_ _ _ E U R O P A
I verbali dell’ultima riunione BCE, appena pubblicati, hanno confermato che è in corso la preparazione di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine per il sistema finanziario (T/LRO). L’obiettivo minimo è quello di evitare una restrizione della liquidità nel momento in cui le banche dovranno ripagare le TLRO in scadenza. Ma potrebbe essere l’occasione per iniettare nuova liquidità aggiuntiva, considerando che il QE è finito e l’economia sta rallentando. Secondo fonti di stampa, il nuovo strumento potrebbe essere diverso dalle precedenti versioni (con un costo variabile legato ai tassi ufficiali della BCE e di durata più; breve) ed essere annunciato a marzo o, più; probabilmente, a giugno.
La produzione industriale in dicembre ha registrato un calo del -0,9%. La lettura preliminare del Pil relativa al quarto trimestre ha rilevato una crescita del +0,2% in termini trimestrali, stabile rispetto a quella del trimestre precedente. In termini di paesi, contributi positivi sono derivati dall’Olanda, Portogallo e Spagna, mentre in Germania, dopo la contrazione del -0,2% del trimestre precedente, la lettura sul quarto trimestre ha evidenziato crescita nulla. Per il primo paese europeo si è comunque evitato il caso di una recessione tecnica. Nel complesso, nel 2018 l’economia tedesca è cresciuta del +1,4%. L’indagine sulla fiducia delle imprese tedesche (IFO) è scesa ai livelli più; bassi degli ultimi quattro anni.
Crisi di governo inattesa in Spagna, dove il governo di minoranza del socialista Sanchez ha visto respinta dal Parlamento la legge finanziaria proposta, con conseguente convocazione di elezioni anticipate, che si terranno il 28 aprile, dall’esito altamente incerto.
Quanto alla Brexit, nessuna concessione a Theresa May da parte dell’Unione Europea finora e aumento del caos politico interno, con la costituzione in Parlamento di un gruppo politico “indipendente” da parte di otto membri fuoriusciti dal partito laburista, a cui si sono uniti anche tre membri dei Tories, il partito della May. L’agenda prevede che tutto si sblocchi a metà marzo:
- il 12 marzo l’accordo UK-UE viene rimesso al voto del parlamento britannico;
- il 13 marzo, nel caso di una bocciatura dell’accordo il giorno prima, si vota per verificare se in parlamento vi è una maggioranza (poco probabile) per una No-deal Brexit;
- il 14 marzo si voterebbe, nel caso di un NO nei due giorni precedenti, per un’estensione di qualche mese della scadenza del 29 marzo.
Si pensa che solo all’ultimo minuto, vale a dire il giorno 11 marzo, potranno arrivare delle concessioni da parte UE alla May tali da dare supporto al voto di cui al punto 1.
_ _ _ I T A L I A
L'agenzia di rating Fitch conferma il giudizio sull'Italia, mantenendo il rating BBB. L'outlook per il Paese è anch'esso confermato, come negativo. È dunque stato evitato il downgrade per i conti dell'Italia.
La nota di Fitch è comunque abbastanza critica verso il nostro Paese. Secondo l'agenzia di Washington, le nostre amministrazioni pubbliche conservano un alto indebitamento come alto è il debito estero mentre il settore bancario si conferma debole (malgrado abbia smaltito quote consistenti di crediti non più; esigibili).
L'Italia però mantiene dei punti di forza: l'economia diversificata, il reddito procapite medio, al punto che l'indebitamento delle famiglie si conferma tra i più; contenuti al mondo. Anche il sistema pensionistico pubblico sostenibile. Il debito, che pure è altissimo, conserva una scadenza media "relativamente favorevole" (6-7 anni) ed è mitigato, come criticità, dall'appartenenza del Paese all'Unione monetaria.
Il 15 marzo è in agenda il pronunciamento di Moody’s. Le emissioni italiane hanno evidenziato una buona tenuta con lo spread in leggero calo soprattutto sulle scadenze brevi. Esito positivo del collocamento del BTP a 30 anni che ha raccolto richieste superiori ai 41 miliardi di Euro, oltre 5 volte gli 8 miliardi effettivamente emessi. L’andamento dello spread non è mutato dopo la pubblicazione delle nuove previsioni economiche da parte della Commissione Europea, che ha rivisto marcatamente al ribasso le stime di crescita 2019 per il nostro paese dall’1,2% di novembre all’attuale 0,2%. Significativo il recupero delle banche italiane e buoni i risultati aziendali di diverse big caps italiane tra cui Snam, Terna e Fincantieri.
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine Febbraio il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato ha superato i 10,6 mld grazie ai nuovi rialzi delle quotazioni azionarie. Il rendimento gestionale a valori di mercato da inizio anno ha più; che compensato il calo fatto registrare nell’intero scorso anno. E’ proseguito il processo di allineamento alla nuova Asset Allocation Strategica 2019 con un nuovo round di investimenti nell’economia reale domestica. Continua l’adeguamento del portafoglio con il sempre maggiore utilizzo di strumenti finanziari che rispettino i principi di investimento responsabile (ESG) adottati da Inarcassa.
Pubblicato: 6 marzo 2019