ShortLetter - 03/2017
_ _ _ M O N D O
Il mese di Marzo ha fornito qualche elemento di certezza in più; rispetto al panorama politico dell’Europa con voto in Olanda che ha confermato lo status quo e rispetto all’atteggiamento delle autorità monetarie: la FED ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base (da un range tra 0,50% e 0,75% ad un intervallo tra 0,75% e 1%). Il rialzo dei tassi riflette i progressi dell’economia americana, che vede il mercato del lavoro avvicinarsi alla massima occupazione e l'inflazione riportarsi verso i target considerati ottimali, attorno al 2%. Con questa stretta monetaria, la prima del 2017 e la terza dal 2006, la banca centrale americana continua la normalizzazione della sua politica monetaria, che si prevede possa proseguire attraverso rialzi graduali dei tassi d’interesse: la previsione mediana vede altri due rialzi nel 2017 e tre rialzi nel 2018, per poi arrivare al 3% per fine 2019.
In Europa la BCE sembra voler continuare nel suo atteggiamento attendista anche perché; l’andamento dell’inflazione europea continua a fornire indicazioni ambigue sulla scia della volatilità dei prezzi delle materie energetiche: i dati ufficiali di febbraio per l’intera Eurozona, diffusi dall’Eurostat, mostrano un tasso di inflazione in salita al 2,2%, su base annuale ma le prime indicazioni sull’andamento dei prezzi in Germania a Marzo mostrano una crescita solo dell’1,6% su base annua.
I rendimenti dei titoli obbligazionari governativi sono quindi risultati sostanzialmente stabili sia negli Stati Uniti che in Europa mentre i titoli emergenti e high yield continuano a far registrare significative performances positive e un grado di volatilità ben inferiore alla media storica. L’esito auspicato dagli operatori delle elezioni in Olanda ha ridotto le aspettative per un’ affermazione del Fronte Nazionale alle elezioni presidenziali del prossimo mese in Francia (nonostante lo scandalo che ha colpito uno dei candidati avversari) e ciò ha permesso un contenimento dei rendimenti sui titoli francesi e con essi anche quelli degli altri Paesi dell’area periferica. Nessuna particolare conseguenza per il momento dalla formale presentazione all’UE da parte del primo ministro britannico della richiesta di uscita dall’Unione del Regno Unito (Brexit) anche perchè è consapevolezza di tutte le parti in causa che sarà un processo lungo (almeno due anni) e dall’esito totalmente imprevedibile sia nei tempi che nella sostanza (la Scozia ha già chiesto un nuovo referendum sulla sua separazione dalla Gran Bretagna per poter rimanere nell’UE).
I listini azionari internazionali hanno anch’essi registrato una certa stabilità nel mese con l’esclusione dei listini europei che hanno beneficiato dei primi riposizionamenti dei portafogli a favore dell’Europa a fronte delle altre aree (USA e Asia) che avevano già visto nel recente passato nuovi massimi storici. Ciò, nonostante l’esito delle elezioni in Olanda abbia ridato fiato all’euro (il rapporto dollaro/euro è risalito fino a 1,09 per poi chiudere il mese attorno all’1,07).
_ _ _ I T A L I A
Sul versante domestico l’attesa per la presentazione della manovra correttiva da 3,4 mld di Euro richiesta dalla Commissione europea tiene ancora in tensione gli spreads tra BTP e Bund che non hanno benficiato in misura particolare dell’esito delle elezioni in Olanda. I risultati migliori delle attese da parte delle principali aziende italiane (Enel e Banca Intesa su tutte) hanno altresì ridotto le perplessità sul listino domestico che ha fatto registrare la migliore performance del mese (insieme all’indice spagnolo) tra i listini europei. Anche il probabile accordo tra la BCE ed il Tesoro italiano sulla iniezione di capitale pubblico anche negli istituti banca veneti ha contribuito a sostenere soprattutto i titoli finanziari. Rimane forte l’attesa per le prossime assemblee di alcune grandi aziende dove si eleggeranno le nuove governance anche se le designazioni del Tesoro sono state piuttosto indicative nel confermare i vertici di Eni ed Enel e proporre un ricambio ai vertici di Poste e Terna.
_ _ _ I N A R C A S S A
Il contributo della gestione finanziaria si mantiene positivo dall’inizio dell’anno, grazie soprattutto al contributo della componente azionaria opportunamente diversificata a livello geografico e che in questo mese ha beneficiato soprattutto della componente destinata ai titoli domestici. Questi hanno infatti beneficiato dell’annuncio di risultati positivi (in particolare Enel, Fincantieri e Atlantia per non parlare del sempre brillante bilancio della Banca d’Italia) ed il conseguente annuncio di consistenti dividendi: il dividendo medio del pacchetto di azioni italiane detenute direttamente in portafoglio è compreso tra il 5% ed il 5,5%, ben al di sopra del rendimento dei titoli di Stato a lunga scadenza. Il profilo di rischio si mantiene nel complesso molto prudente grazie anche alla significativa diversificazione realizzata tramite la componente immobiliare e agli strumenti di investimento nell’economia reale (quote di fondi di private equity e di debito privato) che hanno contribuito positivamente questo mese grazie ad alcune importanti distribuzioni.