ShortLetter - 05/2021
_ _ _ M O N D O
La scorsa settimana è stato pubblicato negli Stati Uniti il “PCE price index” relativo al mese di aprile che si è mosso anno su anno del 3,6%, contro una crescita del 2,4% nel mese precedente. Anche considerando solo la componente cosiddetta “core”, che esclude dal computo i prezzi molto volatili dei beni alimentari e dell’energia, registriamo una crescita del 3,1%, un livello che non si vedeva da decenni e molto superiore al precedente 1,9%. Sul fronte Europeo la situazione appare leggermente diversa: la crescita dell’inflazione registrata, di magnitudo molto inferiore in termini percentuali rispetto a quanto riscontrato oltreoceano, dipende principalmente dagli aumenti sul fronte dell’energia piuttosto che da evidenti dinamiche nel largo consumo.
Il timore principale riguarda la possibilità di un anticipo dell’inversione del ciclo monetario da parte delle principali Banche Centrali. Per quanto concerne specificatamente la Federal Reserve, dai verbali del FOMC di aprile è emerso come alcuni membri abbiano ipotizzato l’inizio della discussione di un possibile aggiustamento degli acquisti, nel caso di un diffuso recupero dell’economia. Gli interventi successivi da parte di vari membri del FOMC hanno stemperato certe preoccupazioni, confermando l’approccio accomodante e ribadendo come l’aggiustamento di politica monetaria richieda segnali maggiormente persistenti dal lato dell’inflazione e delle dinamiche occupazionali. Segnali distensivi sono arrivati anche dalla BCE, con la Presidente Lagarde che ha ribadito l’importanza fondamentale di non ritirare troppo presto le misure di sostegno all’economia dell’area Euro. L’impostazione dunque rimane molto distensiva, nonostante Ocse e Commissione Europea abbiano alzato le loro stime di crescita andando oltre le già ottimistiche previsioni pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale in aprile. Per il 2021, l’OCSE prevede infatti un’economia globale in ripresa del 6.3% (contro il 6% del FMI).
Per la zona Euro la stima preliminare del PIL del primo trimestre ha riportato un calo dello 0,6% su base trimestrale dopo il – 0,7% del trimestre precedente. Al contempo anche per la zona Euro la lettura degli indicatori anticipatori ha confermato un rafforzamento della ripresa. L’indicatore anticipatore PMI composito ha riportato una salita a 56,9 in maggio, valore più; alto in 39 mesi, dal 53,8 di aprile. Il PMI dei servizi è salito a 55,1 da 50,5; il PMI manifatturiero è sceso lievemente a 62,8 da 62,9. (grafico seguente)

Gli utili aziendali e le economie hanno d’altra parte confermato la loro forza ora che consumatori e imprenditori potranno tornare a contare sulla libertà di circolazione, sebbene con enormi differenze geografiche.
A maggio le revisioni al rialzo degli utili delle imprese americane hanno riguardato il 79% del totale, un massimo storico, con tutti gli 11 settori a mostrare revisioni nette positive (grafico seguente).

L’indice azionario mondiale MSCI World nel mese di maggio (in valuta locale) è così salito di un altro 2% raggiungendo +11% da inizio anno. Particolarmente brillante l’indice azionario italiano con un +6% nel mese e toccando il +18% dall’inizio dell’anno trainato in particolar modo dal settore bancario e dalle utilities. Sostanzialmente stabili i mercati obbligazionari nonostante i maggiori timori di inflazione con Il Bund decennale che è passato a -0.16 da -0.20; in discesa invece il rendimento del Treasury decennale a 1.58 da 1.62. Nuovamente in salita il prezzo del petrolio, a 66.3$ (+4.5% circa), e quello dell'oro, a 1900$ (+7.5% circa). Sui mercati valutari, l’euro, pur con fasi di volatilità, si è rafforzato nei confronti del dollaro e ha chiuso il periodo vicino all’area di 1,22. Una menzione merita il mondo delle cryptovalute dove il Bitcoin continua a soffrire, scendendo sotto la soglia dei 4000 $ per i timori di penalizzazione da parte delle autorità governative.
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine maggio il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato si mantiene superiore ai 12,2 mld di euro grazie alla tenuta dei mercati finanziari ulteriormente rafforzatisi durante queste ultime settimane (la performance gestionale lorda del primo trimestre è superiore al 2,5%). Il Consiglio di Amministrazione ha introdotto solo piccoli aggiustamenti: una leggera riduzione dell’azionario USA (presa di profitto) a vantaggio del comparto obbligazionario destinato alle emissioni corporate sempre dell’area USA. E’ proseguita la sottoscrizione di strumenti illiquidi: in questo caso ancora fondi di private debt ma geograficamente focalizzati sul finanziamento delle piccole e medie imprese ita-liane a conferma ancora una volta del significativo interesse dell’Ente a favore delle iniziative a sostegno dell’economia reale caratterizzate da opportuni profili di redditività.
Pubblicato: 8 giugno 2021