ShortLetter - 07/2017
_ _ _ M O N D O
La FED, nella sua ultima riunione prima del break estivo, ha pubblicato il report sulla politica monetaria. Dal momento che il tasso di occupazione atteso si attesta prossimo al livello massimo sostenibile, il Comitato continua ad aspettarsi che l’inflazione aumenti fino a stabilizzarsi attorno al 2% - obiettivo a lungo termine- nei prossimi 2 anni. Dal rapporto emerge inoltre l’intenzione, seppure ancora in discussione, di iniziare a vendere gradualmente i titoli acquistati negli ultimi anni di politica monetaria espansiva.
L’intervento della Presidente Yellen, di una ripresa solida che dovrebbe conoscere in futuro recuperi dell’inflazione, è arrivato mentre il Canada è diventato il primo Paese del G7 ad unirsi agli Stati Uniti in una strategia di strette di politica monetaria, rafforzando l’ipotesi che la graduale normalizzazione avviata dalla FED trovi progressivo seguito anche a livello globale: la Bank of Canada ha alzato i tassi di riferimento dopo sette anni, portandoli allo 0,75% dallo 0,50%.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro americano, nel mese di giugno sono stati creati 220.000 posti di lavoro (quasi esclusivamente nel settore servizi) contro gli attesi 179.000.
Prosegue in Cina la buona tenuta dell’economia, con i dati relativi alla crescita nel secondo trimestre migliori delle attese (poco sotto il 7% su base annua) ed un trend di crescita delle esportazioni ritornato sopra il 10%.
Sui mercati obbligazionari si è assistito ad una sostanziale stabilità delle quotazioni proprio in virtù; di un trend inflattivo che si mantiene sotto controllo soprattutto negli Stati Uniti.
Anche i mercati azionari globali continuano a manifestare una ridotta volatilità. Gli indici USA hanno continuato a muoversi in prossimità dei relativi massimi grazie soprattutto agli ottimi risultati aziendali relativi al secondo trimestre - ancora una volta oltre l’80% delle aziende hanno annunciato utili superiori alle attese - e nonostante le obiettive difficoltà dell’amministrazione Trump a condurre in porto le iniziative promesse, prima tra tutte la revisione della riforma sanitaria promossa dalla precedente amministrazione. Di rilievo sono gli ulteriori guadagni fatti registrare dagli indici asiatici (in particolare Hong Kong) e dei Paesi emergenti, con performance oramai a doppia cifra dall’inizio dell’anno.
_ _ _ E U R O P A
Sul fronte europeo, il 20 luglio si è riunito a Francoforte il Consiglio Direttivo della BCE. Draghi ha precisato che la politica monetaria rimarrà accomodante, con l’obiettivo di raggiungere la stabilità dei prezzi indicata dal tasso di inflazione costante prossimo ma sotto il tetto del 2% (scopo del suo attuale mandato). Il banchiere centrale ha ricordato che a settembre ci saranno gli aggiornamenti sulle stime del PIL e sull’inflazione della zona euro, con le quali il Consiglio direttivo della BCE potrà valutare la possibilità di modificare l’attuale strategia, sia in modo espansivo che restrittivo.
Secondo gli esperti la riduzione dell’iniezione di liquidità nel sistema finanziario, inizierà nel gennaio del 2018 per estendersi poi per 9 mesi, invece dei sette precedentemente previsti. Il quarto trimestre del 2018, poi sarebbe l'occasione per la BCE per alzare i tassi di riferimento sui depositi dall'attuale -0,4%.
Le parole di Draghi hanno avuto un effetto significativo sulla moneta unica: l’euro si è, infatti, ulteriormente apprezzato chiudendo il mese ai massimi livelli degli ultimi due anni ad un prezzo prossimo a 1.17 dollari.
Tale movimento della divisa europea ha fatto da freno per gli indici azionari europei, in particolare quello tedesco, poiché; esso viene visto come eccessivamente penalizzante delle esportazioni e dunque della dinamica economica domestica.
Meglio gli indici dei Paesi periferici, tra cui l’Italia, anche grazie al significativo recupero delle quotazioni dei titoli di stato di questi Paesi che ha fatto seguito al via libera degli operatori al ritorno della Grecia sui mercati dei capitali, dopo tre anni, con una nuova emissione quinquennale.
_ _ _ I T A L I A
Sul versante domestico la revisione al rialzo da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca d’Italia del dato relativo alla crescita economica del 2017 (rispettivamente a +1.4% e +1,3% su base annua) hanno sostenuto l’interesse degli investitori verso le attività finanziarie domestiche. L’indice azionario anche questo mese è risultato il migliore in Europa anche se gli investitori attendono chiarimenti sulle vicende societarie che stanno coinvolgendo gli interessi sovranazionali (Atlantia con la Spagna, Telecom e Fincantieri con la Francia). Buoni i risultati semestrali delle maggiori utilities nazionali (Snam ed Enel su tutte) mentre le banche continuano a trainare il listino sulla scia del restringimento del differenziale sui titoli di Stato italiani che costituiscono buona parte dei rispettivi portafogli di investimento e sul progressivo smaltimento degli NPLs (crediti in sofferenza).
_ _ _ I N A R C A S S A
Il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato fa registrare a fine mese un valore di poco superiore ai 9,8 mld di euro grazie anche al nuovo flusso contributivo di fine giugno. Il contributo della gestione fi-nanziaria si mantiene positivo dall’inizio dell’anno (con un rendimento lordo a valori di mercato prossimo al +2,5%).
A fronte del contributo positivo della componente destinata ai titoli domestici, la performance è stata frenata dal nuovo deprezzamento del dollaro considerato che l’esposizione alla divisa americana è pari a circa il 10% del patrimonio, come previsto dall’AAS. IL Cda di Inarcassa ha inoltre avviato il processo di inclusione dei criteri di investimento socialmente responsabili all’interno del proprio processo di investimento che dovrebbero trovare completa formalizzazione nella costruzione della prossima AAS per il 2018.