ShortLetter - 10/2025
OTTOBRE IN TRE BULLET
- Taglio dei tassi da parte della Fed: la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base (range 3,75%-4%) e annunciato la fine del quantitative tightening (QT) dal 1° dicembre, segnando un cambio verso una politica più accomodante. Gli studi di settore prevedono un percorso di riduzione dei tassi più graduale, potenzialmente esteso fino al 2026, con particolare attenzione all’evoluzione della curva dei rendimenti e alla stabilità del mercato del lavoro.
- BCE: tassi invariati, inflazione sotto controllo: la Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi fermi per la terza volta consecutiva. L’inflazione dell’Eurozona è scesa al 2,1% annuo, avvicinandosi al target. Lagarde ha ribadito un approccio prudente, sottolineando l’incertezza legata a dazi e tensioni geopolitiche.
- Mercati azionari resilienti nonostante lo shutdown USA: nonostante il prolungato shutdown del governo statunitense, i mercati azionari hanno mostrato forza. Lo S&P 500 ha continuato a salire, sostenuto dalle tendenze tecnologiche e dalla prospettiva di una politica monetaria più accomodante.
Il clima sui mercati è dunque di cauto ottimismo, la Fed mantiene un approccio prudente, cercando un equilibrio tra inflazione persistente e segnali di indebolimento occupazionale.
CASE STUDY DEL MESE
L’annuncio dell’amministrazione Trump sul nuovo pacchetto di dazi ha segnato inevitabilmente l’inizio di una fase di incertezza per i mercati finanziari.
L’aumento delle tariffe medie ha prodotto un flusso costante di entrate per il Tesoro, contribuendo a ridurre il disavanzo federale rispetto alle previsioni. Si tratta di un elemento che ha rafforzato la narrativa di un’America non più “debitore globale”, ma polo di attrazione di risorse. Sebbene inizialmente percepita come una minaccia alla stabilità economica globale, la strategia si è evoluta in una politica commerciale più strutturata, con accordi bilaterali e un aumento delle entrate doganali.

Sul piano interno, la riduzione dei dazi è motivata da ragioni politiche ed economiche: la Corte Suprema ne sta riesaminando la legittimità, e l’amministrazione americana mira a contenere l’inflazione in vista delle elezioni del 2026. Tuttavia, i tagli dei tassi d’interesse, auspicati da Trump, dipenderanno dall’orientamento della Fed, che rimane solo parzialmente allineata alla Casa Bianca. Il governo, nel frattempo, punta a sostenere la crescita attraverso politiche espansive, interventi sui prezzi dell’abitazione e sull’energia.

Per i mercati finanziari, il contesto appare complessivamente favorevole, con prospettive positive per le borse e un possibile appiattimento della curva dei rendimenti, ma permangono rischi legati alle valutazioni elevate e agli investimenti nell’intelligenza artificiale, che il mercato inizia a giudicare in base alla sostenibilità economica. Infine, la tregua di 12 mesi tra Stati Uniti e Cina rappresenta un fattore di stabilità e riequilibrio economico globale: deflazionistico per gli USA, reflazionistico per la Cina, e vantaggioso per entrambi.
OPERATIVITÀ INARCASSA
A fine ottobre 2025, il patrimonio di Inarcassa si è attestato a oltre 17,2 miliardi di euro, con un risultato gestionale lordo dei primi dieci mesi dell’anno decisamente positivo pari a oltre il 6,9% nettamente sopra il target di rendimento atteso per l’intero anno (+6,1%).
In risposta ad un contesto di crescente incertezza geopolitica ed economica, il Comitato Nazionale dei Delegati Inarcassa ha approvato la nuova Asset Allocation Strategica 2026 che riduce l’esposizione azionaria e immobiliare, rafforzando la componente obbligazionaria e confermando l’interesse selettivo verso asset class illiquide.
Il portafoglio punta ad un equilibrio tra rischio e rendimento, con una forte impronta ESG e una selezione mirata di investimenti resilienti. Il posizionamento riflette una visione prudente ma attiva, in linea con le sfide di mercato: tassi in transizione, dati macro incerti e crescente pressione sui modelli di crescita tradizionali.
Pubblicato: 12 novembre 2025
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