ShortLetter - 11/2018
_ _ _ M O N D O
Il mese di riferimento è stato caratterizzato dal permanere di un’elevata volatilità che ha contraddistinto, principalmente, l’asset class azionaria. Sul sentiment degli operatori hanno pesato alcune incertezze sulle prospettive di crescita globale, le persistenti tensioni commerciali e l’evoluzione del quadro politico, soprattutto, in Europa.
Gli operatori hanno accolto positivamente le parole del Presidente della FED Powell che ha evidenziato come i tassi siano ormai “appena sotto” il livello di neutralità.
Le rinnovate scaramucce commerciali tra USA e Cina in vista del G-20 di fine mese hanno avuto effetti limitati sui listini statunitensi, con gli operatori che hanno mostrato un cauto ottimismo sull’esito del summit, peraltro conclusosi nel weekend con una tregua, che hanno definito una sorta di road map per arrivare l’anno prossimo ad un accordo commerciale organico.
Sul fronte macroeconomico gli ultimi dati resi noti per gli Stati Uniti hanno suggerito una prosecuzione della crescita a tassi ancora sostenuti, sebbene, nel complesso, in moderato ridimensionamento rispetto ai mesi scorsi. In ottobre la produzione industriale ha riportato un incremento inferiore alle attese, +0,1% su base mensile, con un rallentamento della variazione su base annua al 4,1%, dal precedente 5,6%. Il rallentamento ha interessato sia il comparto manifatturiero che quelli estrattivo e delle utilities. L’inflazione al consumo ha accelerato al 2,5% su base annua in ottobre, dal 2,3% precedente, spinta soprattutto dalla componente energetica. All’interno di questo contesto, i mercati azionari statunitensi hanno chiuso il periodo di riferimento con un moderato rialzo riportando in territorio positivo la variazione da inizio anno, dopo il brusco calo registrato nel mese d’Ottobre. Permangono comunque le difficoltà sul settore tecnologico su cui pesano tendenzialmente i timori di una domanda in flessione per i nuovi Iphone della Apple.
Il prezzo del petrolio ha continuato la profonda correzione giungendo vicino ai 50 dollari, anche per i dati sulle scorte USA superiori alle attese. Tendenzialmente a causa di tale correzione è stato penalizzato, in particolare, il segmento High Yield USA che presenta una prevalenza di società emittenti appartenenti al settore petrolifero.
Prosegue il buon andamento del dollaro nei confronti dell’Euro nonostante i toni più; accomodanti della FED riguardo ai futuri rialzi dei tassi americani.
_ _ _ E U R O P A
La seconda lettura del PIL dell’area per il terzo trimestre ha confermato una crescita dello 0,2% su base trimestrale, l’incremento minore da quattro anni. Il dato ha risentito della contrazione dell’economia tedesca (- 0,2% su trimestre) e della stagnazione dell’economia italiana, a fronte delle dinamiche più; sostenute di Spagna (+0,6%) e Francia (+0,4%). A ottobre il tasso di disoccupazione si è attestato all’8,1%, in linea col dato precedente. La stima flash dell’indice dei prezzi al consumo di novembre evidenzia un rallentamento al 2% dal 2,2% di ottobre, in linea con le attese. Il calo è dovuto principalmente al comparto energetico che riflette il recente calo dei prezzi del greggio. Anche la stima sul dato core ha evidenziato un rallentamento, segnando una crescita dell’1% rispetto a quella dell’1,1% precedente. Preoccupazioni sulla tenuta del ciclo europeo sono venute dalla lettura di novembre dell’indicatore sulle attese delle imprese manifatturiere e dei servizi della zona Euro che ha riportato una flessione a 52,4 punti, dai precedenti 53,1 di ottobre; sebbene l’indicatore sia rimasto in territorio espansivo, è sceso sul livello minimo da 47 mesi, in linea con una prosecuzione della crescita su tassi più; contenuti.
Il Primo Ministro britannico May porta avanti il suo progetto di accordo raggiunto con la UE sulla Brexit, che ha ricevuto il benestare da parte del mondo delle imprese e da parte della Banca d’Inghilterra ma sta ricevendo critiche importanti da parte dell’opposizione e della frangia più; radicale dei Conservatori, oltre che da parte degli esponenti dell’Irlanda del Nord. Il punto più; osteggiato riguarda la permanenza temporanea di tutto il Regno Unito all’interno dell’Unione Doganale con la UE. Questa soluzione, studiata per superare l’impasse nella definizione del confine irlandese, viene aspramente criticata perché; rischia di tenere il paese in una sorta di “limbo”. Il quadro presenta diversi possibili sviluppi: se l’accordo fosse approvato si andrebbe verso una “soft Brexit”; viceversa nel caso di voto di sfiducia alla May o di bocciatura si andrebbe verso una fase fortemente instabile, che non esclude la possibilità di un secondo referendum. Il voto in Parlamento è programmato per il 12 dicembre e si prefigura quanto mai incerto.
In Europa i guadagni delle borse sono stati praticamente nulli, come nel caso del listino tedesco che ha risentito dell’andamento negativo del comparto auto alle prese con i rischi derivanti dalla possibile introduzione di nuovi dazi. Maggiore debolezza ha mostrato il listino inglese che, molto probabilmente, ha scontato l’incertezza sul voto parlamentare in relazione alla Brexit, con la Bank of England che ha delineato i rischi della peggiore recessione dal Dopoguerra in caso di uscita dall’UE senza accordo.
_ _ _ I T A L I A
Per quanto riguarda la Legge di Bilancio italiana, la Commissione UE ha confermato la decisione di rigettare la proposta ricevuta e ha formulato la raccomandazione di adottare una procedura disciplinare per eccessivo debito. Le aperture filtrate dagli esponenti del governo italiano, probabilmente stimolate anche dal deludente risultato dell’asta sul BTP Italia, su una possibile “rimodulazione” della legge o addirittura su un abbassamento del deficit hanno dapprima permesso una stabilizzazione e poi successivamente una graduale riduzione dello spread BTP-Bund, particolarmente sensibile sulle scadenze brevi.
Ovviamente rimane una forte componente di incertezza, ma l’apertura di una trattativa dimostra che il governo vuole trovare una soluzione all’interno della cornice dell’Unione e non sposa scenari alternativi che farebbero presagire soluzioni traumatiche.
Permane la forte penalizzazione del settore bancario sul listino domestico mentre positiva è stata la reazione degli operatori di mercato alla presentazione dei piani industriali di Enel e Terna che prevedono un corposo piano di nuovi investimenti con un sempre maggior ricorso ad iniziative di sostenibilità ambientale.
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine Novembre il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato si mantiene attorno ai 10,3 mld. A sostenere la performance sono stati ancora una volta i titoli denominati in dollari grazie al nuovo apprezzamento della divisa americana. Tale componente è stata ulteriormente aumentata con la consapevolezza che l’esposizione valutaria costituisce al momento l’unico strumento per controbilanciare, nel portafoglio, le incertezze riguardanti la situazione italiana. Il leggero calo dello spread sui titoli italiani ha permesso un parziale recupero su quelli domestici. Rimane positiva l’area dedicata agli investimenti nell’economia reale (private equity, private debt, infrastrutture, immobiliare) a conferma del suo effetto stabilizzante sul rischio del portafoglio. Al fine di contenere ulteriormente il rischio del portafoglio il CdA ha deliberato la riduzione degli assets relativi al comparto High Yield e Convertibile.
Pubblicato: 7 dicembre 2018