ShortLetter - 11/2024
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Trump è il nuovo Presidente della Casa Bianca, dopo la sconfitta nel 2020, nonostante le difficoltà legate alla sua eredità politica e alle sue controversie legali. La sua campagna ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l'amministrazione Biden e sui temi economici e la sua ascesa non solo ha consolidato il suo controllo sul Partito Repubblicano, ma anche segnato un riallineamento della politica statunitense. L'elezione di Trump ha immediatamente provocato un aumento medio delle quotazioni azionarie statunitensi, accompagnato da una contrazione dei principali mercati internazionali e in contrapposizione a una loro diminuzione in Europa. Le società mid e small cap americane sono state tra le principali beneficiarie, grazie alle attese di un alleggerimento fiscale promesso. Parallelamente, si è osservato un rafforzamento del dollaro. Questi movimenti di mercato sembrano riflettere una reazione emotiva, e quindi probabilmente temporanea, in attesa di verificare quali misure economiche l’amministrazione americana sarà effettivamente in grado di realizzare e in che modalità. Attualmente, il consenso degli analisti prevede negli Stati Uniti un’inflazione più alta, una politica monetaria meno accomodante, un aumento del deficit pubblico e rendimenti obbligazionari in crescita. Tuttavia, resta difficile stimare con precisione l’impatto concreto delle politiche annunciate.
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In questo contesto, sembra probabile che le politiche promesse verranno implementate solo parzialmente, evitando effetti controproducenti sulla crescita economica statunitense, che dovrebbe comunque mantenere una relativa solidità e contribuire alla stabilità dell’economia globale. Secondo analisti di settore, i dettagli sull’applicazione dei dazi, come prodotti e paesi coinvolti, avranno conseguenze importanti sui margini aziendali e sul valore delle imprese. Alcuni settori puntano a diversificare le catene di approvvigionamento, riducendo la dipendenza dalla Cina e spostando la produzione in altri paesi. Altre aziende adottano strategie come l’accumulo di scorte prima dell’entrata in vigore delle tariffe. Nonostante i piani di adattamento, prevale un’incertezza significativa sul futuro delle politiche tariffarie. L’impatto varierà tra le aziende: quelle con un forte potere di determinazione dei prezzi o con filiere meno esposte ai dazi potrebbero resistere meglio, mentre altre potrebbero subire contrazioni dei margini. In questo contesto, alcuni analisti ritengono che, nonostante la volatilità a breve termine, i mercati azionari globali, in particolare quelli statunitensi, mantengano un potenziale di crescita. In Europa, il quadro economico si presenta meno dinamico, con difficoltà politiche ed economiche nelle principali economie, come Francia e Germania, la prima in crisi di governo e la seconda prossima a elezioni anticipate. Queste sfide complicano ulteriormente la governance dell’Unione Europea e rallentano il progresso delle riforme necessarie per rafforzare la competitività e il ruolo dell’Europa nei rapporti economici e politici globali.
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Sul versante orientale in Cina, le previsioni per il prossimo anno indicano una crescita inferiore al target governativo, complice la difficoltà nell’attuazione delle politiche espansive annunciate. Nonostante queste sfide, la profittabilità delle imprese rimane positiva, e si prevede un incremento degli utili, sebbene con intensità variabili tra le diverse aree geografiche.
A novembre, l’inflazione nell’Eurozona ha mostrato un’accelerazione in molti Paesi. In Germania è salita al 2.2%, in linea con le attese, mentre in Spagna e in Italia ha superato le previsioni, rispettivamente al 2.4% e all’1.4%. In Francia, invece, l’aumento è stato più contenuto, raggiungendo l’1.3%, al di sotto delle aspettative e del target della BCE per il quarto mese consecutivo. Questi dati confermano che la BCE può proseguire con un approccio graduale sui tassi d’interesse. Il mercato si aspetta un taglio di 25 punti base a dicembre, il quarto dell’anno, ma le pressioni dell’inflazione core, la crescita dei salari e il deprezzamento dell’euro limiteranno interventi più decisi. Dai mercati proviene un segnale di approccio che si mantiene prudente da parte della BCE, nonostante i segnali di debolezza dell’economia. Dai dati consuntivi Istat degli ultimi giorni, l’economia italiana ha sofferto per la debolezza della Germania, principale mercato di destinazione delle esportazioni italiane, e per le difficoltà di alcuni settori produttivi, in particolare quello automobilistico. Le difficoltà del comparto auto europeo, con problemi diffusi tra case produttrici, fornitori di componenti e produttori di pneumatici, sono state alimentate dall’aumento dei costi delle materie prime, da una domanda debole e dall’incertezza economica, che ha disincentivato l’acquisto di auto nuove. La dinamica negativa potrebbe essere mitigata dalla piena realizzazione degli investimenti previsti dal PNRR. Se portati a termine, questi potrebbero rappresentare un elemento di stabilità, contribuendo a riequilibrare il quadro e sostenendo il percorso di crescita economica dell’Italia.
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_ _ _ I N A R C A S S A
A fine novembre 2024 il patrimonio di Inarcassa ha superato i 15,5 mld. Il risultato gestionale lordo di questi primi undici mesi risulta sensibilmente positivo pari al 7,6%, superando ampiamente il target di rendimento atteso per l’intero anno (+6,5%). Il Consiglio di Amministrazione di novembre, ha proceduto al progressivo riallineamento alla strategia di Asset Allocation 2025 (AAS), con l’obiettivo di completarlo entro i primi mesi del 2025. Il CdA ha approvato l’allocazione in fondi azionario globale con elevato rating di sostenibilità dando seguito al primo intervento fatto ad ottobre. Inoltre, è stata analizzata la attuale allocazione nell’Asset Class Infrastrutture, per la quale si è provveduto a selezionare diversi nuovi veicoli di investimento sia globali che italiani.
Pubblicato: 9 dicembre 2024
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