ShortLetter - 3/2024
_ _ _ M O N D O
Nel mese di marzo si è registrato un aumento della propensione al rischio da parte degli investitori internazionali, seppur senza raggiungere i picchi di fine 2023. I valori dei titoli obbligazionari e azionari sono saliti, mentre si è osservata una riduzione della volatilità.
I temi centrali restano ancora i due conflitti bellici in atto e le azioni delle istituzioni monetarie dell'Occidente. Si è discusso a lungo e si sono fatte ipotesi sulle decisioni delle Banche Centrali nei prossimi mesi e sui relativi effetti considerando probabile, comunque, una sorta di coordinamento tra le varie istituzioni. Ed è per questo che ha provocato particolare stupore l’iniziativa della banca centrale svizzera, che la scorsa settimana ha optato per un intervento tempestivo tagliando sorprendentemente i tassi. Poiché l'inflazione in Svizzera stava rapidamente decelerando (1,2% su base annua, costantemente al di sotto del 2% da maggio dell'anno precedente), è probabile che l'istituto abbia voluto evitare di aumentare ulteriormente la pressione sulla valuta, qualora avesse seguito l'esempio di altre banche centrali. A metà marzo, la FED ha mantenuto i tassi invariati come previsto e ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica. Powell ha annunciato l'intenzione di effettuare tre tagli dei tassi entro fine anno e gli investitori hanno reagito positivamente. Al contrario, la Banca del Giappone ha eliminato la politica dei tassi zero dopo otto anni, senza tuttavia effetti significativi sui mercati. L’ Istituto ha poi chiarito che continuerà ad acquistare titoli di Stato data la fragilità dell’economia; dunque, la politica monetaria resterà accomodante per sostenere la crescita economica. Buone notizie anche dall'Inghilterra, dove l'inflazione è rallentata e la Banca Centrale del paese sembra propensa ad allentare quanto prima la politica monetaria. I mercati, dunque, continuano ad avere view positive e la situazione economica internazionale nel quarto trimestre del 2023 conferma una robusta crescita negli Stati Uniti ma con una stagnazione nell'area dell'euro penalizzata da una recessione tecnica in Germania. Meglio del previsto la congiuntura in Italia.
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Sul fronte azionario, il mercato americano continua ad essere spinto in avanti dal settore tecnologico, il cui rendimento supera notevolmente la media rispetto all'indice S&P 500 sostenuto dalle previsioni degli utili migliori rispetto a quelle degli altri settori. Allo stesso tempo, i principali titoli, gli ormai famosi “magnifici 7”, hanno raggiunto una quota superiore al 30% nell'indice stesso.
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Il 19 marzo segna un evento significativo: l'inversione della curva dei rendimenti del Tesoro USA, iniziata nel luglio del 2022, ha stabilito un nuovo record di durata superando persino quella che si verificò tra il 1978 e il 1980. È bene specificare che l'inversione della curva dei rendimenti si verifica quando i rendimenti dei titoli a breve termine (2 anni) sono più alti di quelli a lungo termine (10 anni) ed è da sempre un importante indicatore del mercato obbligazionario, che segnala l'arrivo di una recessione. Nel caso di specie anche se tale segnale è “in rosso” da lungo tempo, non ci sono state ancora evidenze di una contrazione nella crescita dell'economia statunitense. Dal punto di vista valutario, la forza del dollaro ha influenzato i mercati globali, spingendo lo Yen e lo Yuan in territori critici di intervento da parte delle rispettive banche centrali. Si evidenzia inoltre che nel corso del mese di marzo, le materie prime hanno registrato buoni recuperi. In particolare, le quotazioni dell'oro rimangono sostenute in un contesto di aspettative di riduzione dei tassi di interesse, con un aumento oltre i 2250 dollari all'oncia, raggiungendo nuovi massimi storici. Anche il prezzo del petrolio ha raggiunto i massimi dell'anno, con il Brent che si avvicina ai 90 dollari al barile. Nella riunione di fine marzo, l'OPEC+ ha confermato i tagli alla produzione fino a metà del 2024, potenzialmente mantenendo i mercati in un leggero deficit di offerta. Ora l'attenzione si sposta verso la riunione di giugno, quando il cartello e i suoi alleati valuteranno se estendere i tagli alla produzione nella seconda metà dell'anno. Nel frattempo, il prezzo del greggio rimane sostenuto anche dalle tensioni geopolitiche persistenti.
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_ _ _ I N A R C A S S A
A fine marzo 2024 il patrimonio di Inarcassa a valori correnti di mercato si attesta in prossimità dei 14,4 mld di euro come conseguenza di mercati finanziari in rialzo rispetto alla chiusura del 2023. Il risultato gestionale lordo da inizio anno risulta essere positivo pari a circa il +2,3%. Durante l’ultimo CdA che ha chiuso il primo trimestre dell'anno, l'attenzione del Consiglio di Amministrazione è stata rivolta al portafoglio dedicato agli investimenti Azionari Italia. Sono state valutate e colte opportunità di investimento nel settore dei consumi discrezionali a scapito di titoli del settore industriale nell’ottica di riallineare il portafoglio al benchmark dal punto di vista settoriale. Si è anche provveduto a prendere profitto sul titolo Monte Paschi dopo il marcato rialzo delle quotazioni rispetto al prezzo di riferimento dell’aumento di capitale del 2022. In sintonia con la review di tale portafoglio si è attivato il processo di partecipazione alla stagione appena iniziata delle assemblee societarie, che troverà il suo consueto culmine nel mese di aprile.
Pubblicato: 5 aprile 2024
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