ShortLetter - 4/2025
_ _ _ M O N D O
La decisione dell’amministrazione statunitense di introdurre un ampio pacchetto di dazi all’importazione ha colpito duramente i partner strategici degli Stati Uniti, con impatti immediati sulle aspettative di crescita e sull’equilibrio dei flussi globali. A inizio aprile, durante il Liberation Day, l’amministrazione Trump ha introdotto una tariffa universale del 10% e un sistema di dazi "specchio", aumentando ulteriormente i dazi per la Cina del 34%. La Cina ha risposto a sua volta con un incremento simile sui beni americani, dando inizio a una guerra commerciale sempre più aggressiva. Quando Trump è arrivato alla Casa Bianca, gli Stati Uniti applicavano dazi medi del 21,2% sulla Cina, mentre la Cina rispondeva con tariffe del 20,8% sugli USA. Il 7 aprile, Trump ha minacciato un ulteriore aumento del 50% in caso di mancati accordi, e il 9 aprile ha imposto dazi del 104% su tutte le importazioni cinesi. La Cina ha replicato con un aumento dell’84%, mentre Trump ha fissato i dazi al 145%.
Tariffe USA Globali
Il confronto commerciale ha avuto un impatto immediato e violento sui mercati, con un crollo simultaneo di azioni e obbligazioni che ha costretto gli Stati Uniti ad una parziale marcia indietro, sospendendo per 90 giorni le tariffe aggiuntive verso i Paesi che non avessero reagito con misure equivalenti, fatta eccezione per la Cina. La misura, pur giustificata con ragioni di difesa industriale, ha aggravato l’instabilità dei mercati, in particolare nel settore tecnologico, già vulnerabile alle tensioni globali.
Indice VIX
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Fonte: Elaborazioni Inarcassa su dati Bloomberg. Dati al 30 aprile 2025
Volatility Index, anche noto come "indice della paura", è un indicatore della volatilità attesa del mercato azionario statunitense nei 30 giorni successivi. È calcolato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE) e si basa sui prezzi delle opzioni sull'indice S&P 500.
In questo clima di incertezza, acuito anche da annunci improvvisi via social media, il VIX ha superato quota 50 l’8 aprile, mentre l’S&P 500 ha registrato una perdita storica del 10,5% in soli due giorni. Il quadro macroeconomico statunitense si presenta dunque complesso: a fronte di un’inflazione in rallentamento, le aspettative inflattive segnalano una persistente incertezza sulle dinamiche di prezzo percepite nel breve periodo.
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Fonte: Elaborazioni Inarcassa su dati Bloomberg. Dati al 30 aprile 2025
In un contesto simile, la Federal Reserve ha scelto di mantenere un atteggiamento attendista, lasciando i tassi di riferimento invariati. Tuttavia, permane una certa pressione, sia politica sia di mercato, verso un orientamento più espansivo entro l’anno. Nel contesto europeo, si rafforza l’aspettativa di una normalizzazione della politica monetaria in senso espansivo, con diversi osservatori che anticipano una prima riduzione dei tassi a breve. In Giappone, invece, le attese di ulteriori strette monetarie si sono indebolite, complice il rallentamento del ciclo industriale e la persistente fragilità della domanda interna. Dal World Economic Outlook le previsioni evidenziano una revisione al ribasso delle stime di crescita globale in un arco temporale molto breve: rispetto all’edizione precedente del 17 gennaio, solo tre giorni prima dell’insediamento del secondo mandato presidenziale di Trump, la crescita mondiale perde 0,8 punti percentuali tra il 2025 e il 2026, con un rallentamento al 2,8% per quest’anno (dal 3,3% stimato) e al 3% nel 2026. Le stime di medio periodo segnalano un rallentamento strutturale dell’economia statunitense, con un potenziale di crescita stabilizzato tra il 2,0% e il 2,1%, ben al di sotto della media del decennio pre-Trump2 (2,5%, comprensivo della recessione da Covid).
_ _ _ I N A R C A S S A
Nel mese di aprile 2025 considerate le forti oscillazioni dei mercati globali e la significativa volatilità che ha influito sulle performance dei portafogli, il patrimonio di Inarcassa si è mantenuto poco sopra i 15,9 miliardi di euro, con un risultato gestionale lordo dei primi quattro mesi dell’anno leggermente positivo (target di rendimento atteso per l’intero anno è del 6,1%). Le turbolenze di mercato, accentuate dalle incertezze geopolitiche e dalle politiche economiche statunitensi, hanno messo sotto pressione il rendimento degli investimenti, rendendo difficile raggiungere performance significativamente positive.
Nel Consiglio di Amministrazione di aprile è proseguito il lavoro di graduale allineamento all’Asset Allocation 2025 (AAS), con una riduzione dell’esposizione ai titoli Obbligazionari Governativi Globali per circa 150 mln. È inoltre, proseguita, nel rispetto delle linee guida definite, la rivisitazione del portafoglio Azionario Globale, con una graduale dismissione dei veicoli esposti alle singole aree geografiche. Nello specifico la dismissione è stata focalizzata sull’area nordamericana a favore della componente Globale per circa 100 mln.
È in corso una partecipazione attiva alle sessioni di voto nelle assemblee degli azionisti delle società in portafoglio, con l’obiettivo di esercitare i diritti connessi alla titolarità azionaria in coerenza con i principi di sostenibilità e buona governance.
Pubblicato: 9 maggio 2025
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