ShortLetter - 7-8/2025
_ _ _ M O N D O
L’estate 2025 si è chiusa con un quadro globale complesso, dove la tenuta dei mercati azionari ha convissuto con tensioni commerciali, instabilità istituzionale e segnali divergenti dalle principali economie. A dominare la scena sono stati gli sviluppi sul fronte tariffario, le dinamiche monetarie e creditizie, e le performance disomogenee tra Stati Uniti, Europa e Asia.
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A luglio, l’amministrazione Trump ha riaperto il fronte dei dazi, annunciando un’imposta del 30% su un ampio paniere di importazioni da Unione Europea, Canada e Messico. La misura, presentata come strumento di riequilibrio della bilancia commerciale, ha generato volatilità e innescato una serie di negoziati multilaterali. Dopo settimane di tensione, sono stati raggiunti due accordi chiave: il primo con il Giappone, il secondo con l’Unione Europea. A fine luglio, Washington e Tokyo hanno siglato un’intesa che ha ridotto i dazi minacciati al 15% medio su beni giapponesi, in cambio di un piano d’investimenti da 550 miliardi di dollari in settori strategici come semiconduttori, batterie e auto elettriche. Nello stesso periodo, Bruxelles ha accettato un dazio base del 15% su gran parte dei prodotti europei esportati negli USA, evitando l’escalation tariffaria. L’accordo include clausole settoriali da negoziare nei mesi successivi, con particolare attenzione ai comparti automotive e agricolo, e prevede impegni industriali da parte di aziende europee sul suolo americano. Tuttavia, la tregua sui dazi si è rivelata tutt’altro che lineare. Dunque, mentre il mese di luglio ha offerto una tregua apparente con gli accordi tariffari di Washington, agosto ha ricordato quanto fragile sia la pace commerciale. Stati Uniti e tecnologia restano i vincitori del momento, l’Europa prosegue tra sollievo e preoccupazione, l’Italia mostra crepe nella crescita, e l’Asia oscilla tra entusiasmi e nuove frizioni.
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Durante i mesi estivi, i mercati finanziari hanno mostrato un comportamento diviso: da una parte c’è stata una ricerca di sicurezza, con interesse verso asset difensivi come l’oro; dall’altra, i titoli di Stato, in particolare i Treasury americani, hanno vissuto una fase di incertezza. I rendimenti dei Treasury si sono mossi in modo irregolare: quelli a breve termine sono scesi, mentre quelli a lungo sono rimasti sotto pressione. Questo riflette sia le aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, sia le preoccupazioni legate al debito pubblico e alla sostenibilità fiscale degli Stati Uniti. Di conseguenza, gli investitori hanno preferito titoli con scadenze più brevi, per evitare il rischio legato alla durata. In generale, sia l’oro che i Treasury hanno beneficiato di flussi difensivi, ma l’oro ha dimostrato maggiore stabilità nei momenti di stress, mentre i titoli di Stato hanno sofferto per il rischio fiscale. L’oro ha mantenuto livelli di supporto importanti con volumi in crescita, mentre i Treasury hanno mostrato una riduzione delle differenze tra le varie scadenze, segno che il mercato è ancora incerto sulla direzione da prendere.
Sul fronte azionario, i mesi appena trascorsi hanno mostrato come la corsa dei mercati possa convivere con tensioni commerciali, divergenze monetarie e instabilità istituzionale. Gli Stati Uniti e il settore tecnologico restano i vincitori del momento, l’Europa si muove in equilibrio precario, e l’Asia si conferma terreno di competizione strategica. La traiettoria dei mercati è ancora ascendente, ma gli ostacoli si moltiplicano, rendendo sempre più necessaria una lettura integrata e dinamica dell’allocazione globale.
I mercati azionari europei hanno mostrato un andamento complessivamente positivo, ma con sfumature diverse tra i principali indici. Il FTSE MIB ha registrato una fase di consolidamento, con movimenti moderati e una volatilità contenuta. L’indice ha beneficiato della stagione delle trimestrali, che ha visto risultati misti tra i settori bancario, lusso e automotive. Tuttavia, il quadro italiano ha continuato a riflettere una certa fragilità macroeconomica, con segnali di rallentamento nella dinamica della crescita. L’indice Europeo, che rappresenta un paniere ampio di titoli europei large e mid cap, ha mostrato una progressione graduale nel corso dell’estate. Dopo una fase iniziale di stabilità, agosto ha visto un’accelerazione dei prezzi, con l’indice che ha toccato nuovi massimi annuali. La performance è stata sostenuta da una buona tenuta dei settori industriali e finanziari, nonostante alcune giornate di ritracciamento. Nel complesso, il quadro europeo si è mantenuto positivo, ma non privo di elementi di cautela. La stabilizzazione dei tassi ha offerto supporto tecnico agli indici, mentre la rotazione settoriale ha favorito le mid cap. Il sentiment degli investitori è rimasto oscillante, tra fiducia nella ripresa e attenzione alle vulnerabilità strutturali, soprattutto nei mercati periferici.
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Fonte: Bloomberg, Andamento in euro mercati azionari da inizio anno (31.08.2025)
_ _ _ I N A R C A S S A
A fine agosto 2025, il patrimonio di Inarcassa si è attestato a 16,6 miliardi di euro, con un risultato gestionale lordo dei primi otto mesi dell’anno positivo pari a quasi il 3,88% in linea con il target di rendimento atteso per l’intero anno (+6,1%). A oggi, i mercati finanziari globali si muovono in un equilibrio delicato tra forza tecnica e vulnerabilità sistemica: gli indici azionari continuano a registrare livelli elevati, sostenuti da aspettative di politiche monetarie più accomodanti, mentre le tensioni geopolitiche e le divergenze macroeconomiche mantengono alta la soglia di attenzione strategica. La prossima revisione dell’Asset Allocation Strategica sarà l’occasione per valutare con maggiore precisione l’equilibrio tra esposizione al rischio e protezione, alla luce delle dinamiche di mercato emerse nel corso dell’estate e del mutato contesto macro-finanziario.
Pubblicato: 9 settembre 2025
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