La Riforma Previdenziale 2012
Alla fine del 2011, il Governo Monti emanava il Decreto “Salva Italia” (DL 201/2011).
Con riferimento alle Casse di previdenza dei liberi professionisti, il decreto imponeva una verifica straordinaria dei conti finanziari di lungo periodo: il superamento di uno stress test a 50 anni.
Per Inarcassa la verifica si è tradotta nel passaggio, a partire dal 1° gennaio 2013, al metodo di calcolo contributivo in forma pro rata per assicurare l’equilibrio strutturale dei conti finanziari di lungo periodo.
Non sono state aumentate le aliquote contributive della Riforma 2008, sono stati tutelati i diritti maturati dagli iscritti ed è stata, al contempo, rivolta un’attenzione particolare alle prestazioni delle generazioni più; giovani.
La scelta è stata quella di disegnare un metodo contributivo “proprio”, che per diversi aspetti si differenzia da quello definito dalla legge 335/1995, riservando spazio agli interventi per la solidarietà e l’equità tra generazioni e che assicura sostenibilità finanziaria a 50 anni.
Sul piano dell’adeguatezza delle prestazioni, la Riforma introduce un pacchetto di misure volto a “sostenere” i livelli delle pensioni: come il mantenimento della pensione minima (con alcuni limiti); la destinazione di parte del contributo integrativo a previdenza; il riconoscimento di un accredito figurativo per le agevolazioni ai giovani.
A questi interventi, si aggiunge anche la possibilità di versare una contribuzione facoltativa aggiuntiva, che costituisce una leva importante, a disposizione degli iscritti, per aumentare in prospettiva la prestazione previdenziale, in linea con le proprie aspettative ed esigenze.
Il passaggio al metodo contributivo comporta un ruolo più attivo e consapevole di ciascun associato nella gestione del proprio risparmio previdenziale.
Per questo, tutti gli associati devono pensare per tempo al proprio futuro previdenziale.