Maternità, paternità e libera professione in Inarcassa
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di Franco Fietta
L’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa per tasso di fecondità: nel 2018 il numero medio di figli per donna era di 1,3, contro 1,6 e 1,9 di Germania e Francia; questo livello è sensibilmente inferiore alla cosiddetta “soglia di rimpiazzo” (2,1) che, al di là dei fenomeni migratori, garantirebbe il ricambio generazionale nel nostro Paese.
Inoltre in tutte le aree del Paese, l’età media al parto continua a crescere; nel 2018 ha toccato per la prima volta la soglia dei 32 anni, in aumento di oltre 1 anno in poco più; di un decennio.
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Queste tendenze sono un segnale preoccupante per il futuro sviluppo dell’Italia, ma anche un segnale preoccupante per la stessa previdenza, che con l’invecchiamento della popolazione perde l’apporto economico di chi contribuisce.
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Inarcassa
Analoghe tendenze relative alla maternità si riscontrano nella popolazione di Inarcassa. Nel 2018 l’età media al parto è risultata di 36 anni, in lieve crescita nell’ultimo decennio; l’età più; elevata rispetto al dato nazionale è legato anche al periodo più; lungo degli studi che “ritarda” l’ingresso nel mercato del lavoro.
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Le indennità di maternità sono risultate in aumento fino al 2015; successivamente hanno registrato una marcata flessione, anche per effetto della diminuzione, a partire dal 2010, delle donne in età fino a 40 anni. Le nascite, in percentuale delle donne under 40, rappresentavano l’8,5% nel 2005, sono salite al 10,7% nel 2015, per scendere a poco più; dell’8% nel 2018; tuttavia per la popolazione italiana, la stessa percentuale (rapporto nascite/donne di età tra 25 e 40 anni) è più; bassa e pari al 6,5% nel 2018.
Vogliamo quindi tutelare questo differenziale a favore delle associate ad Inarcassa attraverso il sostegno che loro e le famiglie degli associati, in generale, ricevono dal momento in cui la loro famiglia si allarga con l’arrivo di nuovi figli.
Il primo sostegno avviene attraverso l’indennità di maternità che, prevista dal D.Lgs. 26/03/2001, n. 151 e s.m., riconosce un sostegno economico proporzionale al reddito per i due mesi antecedenti ed i tre successivi al parto. Questa copertura esiste non solo per la gravidanza, ma anche nel caso dell’adozione e dell’affido, con periodi differenziati. Oltre alla pagina di approfondimento specifica del sito esiste anche una pagina di FAQ per maggiore chiarezza e informazione.
Un sostegno importante viene anche nel caso in cui la famiglia in questione sia quella di un nostro associato, si parla dell’indennità di paternità. Oltre alle tutele previste per legge dal D.Lgs. 80/2015, che intervengono solo in caso di morte o grave infermità della madre o di abbandono del bambino da parte della stessa o per affidamento esclusivo al padre, Inarcassa dal 2018 interviene anche in altri casi, quelli in cui la madre non abbia diritto all’indennità di maternità.
Per lo svolgimento delle relative pratiche da pochissimo esiste anche un servizio telefonico di supporto: Pronto Assistenza. A seguito della ricezione della domanda, Inarcassa contatta l'associato, tramite un operatore specializzato del call center, per chiarire eventuali dubbi e supportarlo ai fini della definizione dell'istanza.
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Prosecuzione dell’attività lavorativa dopo la nascita dei figli in Inarcassa
La situazione delle professioniste madri, tuttavia è certamente più; problematica di quella delle dipendenti che dal punto di vista legislativo godono di maggiori tutele e per questo motivo siamo andati a verificare effetti di abbandono a seguito della nascita di uno o più; figli.
L’analisi evidenzia che la percentuale delle donne architetto e ingegnere iscritte ad Inarcassa che continuano a svolgere l’attività dopo la maternità è elevata e supera l’80%. Un dato di soli due punti percentuali superiore a quello medio dei nostri associati e quindi lusinghiero.
La stima è stata eseguita in relazione al requisito di iscrizione dopo 3 anni, che può approssimare il periodo di maggior difficoltà per la conciliazione tra lavoro e cura dei figli.
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L’anzianità contributiva media al parto, approssimata dall’anzianità delle donne alla data di domanda dell’indennità di maternità, è in continuo aumento: da 5,2 anni nel 2005 si è passati a 6,3 anni nel 2015 e a 6,7 anni nel 2018. Oltre il 50% presenta un’anzianità di oltre 5 anni.
In media, solo il 5% delle professioniste in maternità (poco più; di 110 all’anno) presenta un’anzianità inferiore ad 1 anno; di queste, la percentuale che rimane iscritta alla Cassa dopo 3 anni era pari al 78% nel 2011 e all’82% nel 2015. Questa incidenza è analoga a quella riferita al totale degli iscritti ad Inarcassa con meno di 1 anno di anzianità di iscrizione: in media dopo 3 anni l’82% risulta ancora iscritto alla Cassa. Tra le professioniste in maternità con anzianità da 1 a 3 anni, la percentuale di permanenza di iscrizione dopo 3 anni si riduce al 76-78%, dato anch'esso in linea con il comportamento del resto della popolazione iscritta a Inarcassa.
Questa informazione ci conforta in relazione al buon rapporto che esiste tra la professione di ingegnere e architetto e la maternità, ma non ci esime da tenere sotto osservazione le problematiche della famiglia dei nostri associati ed intervenire dove sia possibile.
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